IN VIAGGIO CON DISERENS

Dette un colpetto agli occhiali, dove la mascherina incontra la stanghetta, con l’indice, assecondando un gesto abituale di quando voleva concentrarsi ed aveva qualche preoccupazione. Aveva preso, di buon’ora, il treno che dall’Engadina scende a Milano: aveva appuntamento con certi avvocati - con studio  in S.Babila. A la guerre comme a la guerre!

Nello scompartimento vuoto stava ripercorrendo tutta la faccenda , da quando le avevano chiesto di catapultare Bolzano ed il suo Museion, nella stratosfera dell’arte contemporanea,  a fianco delle più grandi realtà museali ed espositive mondiali ( e non le era sembrata – da subito - impresa facile ) a quando  una mattina dopo le elezioni d’autunno le avevano fatto trovare tutto il set di valige, giù, nel piazzale.

Aveva allestito la più grande mostra che Bolzano avesse mai potuto immaginare anche nel più provinciale,megalomane, sogno ad occhi aperti, assemblando 200 artisti di fama internazionale. Aveva commissionato un catalogo che aveva sbiadito ogni altro confronto, arruolato un bel numero di dipendenti.

Quando, per  l’inaugurazione,  era scesa dal ponte con la velocetta  aveva pensato che, forse , Pablo e lei potevano fermarsi, lì, sotto quella montagna incantata. Tra quella gente non tanto a la page ma simpatici e cordiali.

Tutto era filato liscio per 10 giorni, tutti le sorridevano e le davano pacche sulle spalle (cabrones sin respeto!) poi qualcuno si era accorto della rana ed era iniziata la guerra santa, ed i crociati erano scesi dalle valli. Digiuno e canederli. Tutto quel casino per una rana al I° piano ( un petardo ) e non si erano accorti della bomba atomica al III° piano. Un botto di carnevale contro Hiroshima e Nagasaki!

Dopo un primo periodo in cui , “quelli” - alternandosi - cambiavano un berretto al giorno , si erano consolidati  due schieramenti e qualcuno aveva già iniziato a chiedere che se ne tornasse da dove era venuta. Solo una decisione – contro ogni pronostico - del Consiglio di Amministrazione  aveva salvato la rana e di conseguenza lei. Ma era solo il coperchio sulla pentola: per tutta la campagna elettorale silenzio fino agli scrutini di voto. Il giorno dopo, lo stesso CdA  aveva denunciato l’orripilante  “buco” da 500.000 euro. Dinero, argent ! volgarità! Forse aveva, un poco sforato – ne aveva avuto sentore: non aveva tenuto i conti precisi , precisi. Ma i risultati! si vedevano e contavano per tutto!

Del  Museion aveva parlato tutto il mondo!Aveva soddisfatto a pieno i desideri di “quelli ”  e nessuno poteva pensare di incassare il successo senza un adeguato corrispettivo. Dinero? Stare nello starsysten richiede testa e dinero tanto dinero . Se il tuo uomo torna a casa e trova in salotto il più bel divano in commercio , non gli dici che è nuovo e quanto costa ! si vede che è costato un capitale!

Era pur vero che per carattere – lei - non sprecava le parole, ma anche gli altri mica facevano tante domande!

Quando i giornali stillavano di compiaciute recensioni - almeno in quattro /cinque lingue - tutti erano ciechi figli di ciechi. Todos Caballeros!

E adesso la mettevano in croce come Kippen.

Dopo il licenziamento in tronco il buco si era slabbrato a dismisura : seicentomila, novecentomila, un milione e cento e giù accuse di dirigismo irresponsabile.

Il ricordo non era ben nitido. Dette un altro inutile colpetto agli occhiali: lo statuto,non ricordava se l’aveva letto, bastava avere le idee chiare sul progetto! e poi possibile che le avessero attribuito tutte le competenze ( che ci stavano a fare quelli del CdA?).

Prima, non le era mai capitato ! anzi c’era sempre la gendarmerie !

Tranquilla, tranquilla non si sentiva:doveva raccontare per bene agli avvocati.

“Quelli” non avrebbero mollato!rischiavano il culo! la faccenda stava tornando sui giornali e il Truijllo voleva la testa di qualcuno.

In tutto questo casino c’era un solo lato positivo e questo le distese una rughetta: non avrebbe dovuto continuare a studiare il tedesco.

Mancava ancora molto per Milano. Si appisolò.